Una nuova mostra alla Concattedrale di San Giovanni invita i visitatori a riscoprire le origini de La Valletta non come semplice roccaforte strategica, ma come un ambizioso progetto urbano modellato dagli ideali del Rinascimento. Intitolata Grand Ambitions (Grandi Ambizioni), l’esposizione celebra il genio dell’architetto militare italiano Francesco Laparelli da Cortona (1521–1570), il cui audace piano urbanistico continua ancora oggi a definire l’identità civica e spirituale della capitale maltese. Aperta fino al 18 luglio 2025, la mostra segna la prima occasione in cui disegni originali di Laparelli—tra cui quattro piante de La Valletta e una mappa di Malta del XVI secolo—vengono esposti a Malta.
Provenienti in prestito dall’Accademia Etrusca di Cortona, queste opere rivelano come la precisione geometrica e la disposizione assiale della città non fossero solo strumenti difensivi, ma anche espressione di una più ampia visione rinascimentale del mondo, dove ragione, bellezza e ordine si intrecciano con la fede e il governo. In questo contesto, La Valletta smette di essere una città nata dall’assedio per diventare una visione scolpita nella pietra.
Chi era Francesco Laparelli?
Francesco Laparelli nacque nel 1521 a Cortona, in una delle famiglie più ricche e influenti della città. Fin da giovane unì l’addestramento militare allo studio della matematica e dell’architettura, ispirandosi ai modelli classici di Euclide e Vitruvio, e si distinse anche nell’arte del disegno tecnico. Collaborò con Gabrio Serbelloni, ingegnere al servizio di Cosimo I de’ Medici, durante i lavori di fortificazione di Cortona. Successivamente, divenne ingegnere di fiducia di Papa Pio IV e di Cosimo I, e lavorò accanto a Michelangelo Buonarroti alla grande cupola di San Pietro, contribuendo agli studi sulla sua stabilità.

Nel 1565, mentre Malta subiva l’assedio dell’Impero Ottomano, Laparelli fu inviato sull’isola da Papa Pio V per valutare lo stato delle difese. Invece di ricostruire l’antico Borgo, propose di fondare una nuova città fortificata sul Monte Sciberras – una proposta che fu accolta con favore dal Gran Maestro Jean de La Valette.
Laparelli progettò un impianto urbano a griglia, pensato per facilitare la ventilazione durante i mesi estivi, insieme a un sistema di drenaggio moderno e una cintura difensiva di bastioni intorno all’intero perimetro urbano. Prevedeva anche la ricostruzione del Forte Sant’Elmo all’estremità della penisola. La prima pietra de La Valletta fu posata nel marzo del 1566 e, in soli due anni, il progetto avanzò con rapidità straordinaria.
Dopo un breve rientro in Italia, Laparelli tornò a Malta su richiesta del Gran Maestro per proseguire i lavori. Rimase alla guida del progetto fino al 1569, quando fu chiamato a partecipare alla campagna navale del Papato contro i Turchi. Morì l’anno seguente a Creta, colpito dalla peste. I lavori principali furono portati a termine dal suo assistente, l’architetto maltese Girolamo Cassar.
Un contesto immersivo

La mostra è ospitata nell’Ala Caravaggio della Concattedrale di San Giovanni, un luogo che incornicia perfettamente questo racconto storico. Originariamente chiesa conventuale dell’Ordine di San Giovanni, la Concattedrale incarna la sintesi tra funzionalità e grandiosità che Laparelli sognava. I suoi progetti furono realizzati da Cassar, le cui opere oggi definiscono l’identità architettonica de La Valletta.
L’inaugurazione della mostra è stata impreziosita da un concerto di Josep Solé Coll, organista principale della Basilica di San Pietro, che ha suonato sullo storico organo barocco della Concattedrale. La sua musica ha dato una dimensione emotiva ai temi della continuità e della stratificazione culturale. Durante il suo intervento inaugurale, il professor Emmanuel Agius ha lodato il “disegno intelligente” e la visione civica di Laparelli, descrivendolo come un uomo capace di spaziare tra le discipline al servizio di un ideale urbano duraturo.
Frutto della collaborazione tra istituzioni maltesi e italiane, la mostra riflette anche il legame vivo tra La Valletta e Cortona, città natale di Laparelli. In questo ponte simbolico tra due territori, Grand Ambitions riattiva le reti storiche che hanno plasmato l’Europa moderna—reti percorse da pellegrini, mercanti e ordini militari..
Guardare La Valletta con occhi nuovi
Lo storico dell’architettura Conrad Thake ha arricchito l’impianto intellettuale della mostra con una conferenza intitolata La genesi de La Valletta, analizzando come la visione di Laparelli abbia unito l’umanesimo rinascimentale a un rigoroso pragmatismo logistico. Il suo progetto non tracciò solo strade e bastioni, ma gettò le basi per un centro simbolico e amministrativo del Mediterraneo.
Per chi oggi esplora il cuore storico di Malta, Grand Ambitions offre chiavi di lettura e ispirazione. Invita a riflettere su come molte città lungo le vie di pellegrinaggio siano state modellate tanto da urbanisti e architetti quanto da santi e reliquie. La Valletta, con il suo impianto a griglia e gli spazi cerimoniali, resta una testimonianza viva di questa convergenza.
L’ingresso alla mostra è incluso nel biglietto standard per la Concattedrale di San Giovanni. Oltre al fascino visivo immediato, Grand Ambitions è un invito a camminare per La Valletta con occhi nuovi—occhi capaci di cogliere una città concepita non solo per resistere agli assedi, ma per incarnare gli ideali rinascimentali nei ritmi quotidiani della vita civica e spirituale.
Per maggiori informazioni: stjohnscocathedral.com.
The Great Siege of Malta: A collective pilgrimage of Faith and Resistance