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Il Monte Jabal al-Nur: Un viaggio alla Grotta della Rivelazione

I pellegrini musulmani salgono sul Monte della Luce “Jabal An-Nour”, dove si trova la grotta di Hira. Nurlan Mammadzada - Shutterstock
I pellegrini musulmani salgono sul Monte della Luce “Jabal An-Nour”, dove si trova la grotta di Hira. Nurlan Mammadzada - Shutterstock

A ridosso della periferia della Mecca, il Monte Jabal al-Nur ha un profondo significato nella storia e nella spiritualità islamica. Fu in una piccola grotta su questa montagna impervia che il profeta Maometto ricevette la sua prima rivelazione dall’angelo Jibreel (Gabriele) nel 610 d.C., segnando l’inizio della rivelazione coranica e la fondazione dell’Islam.

Mentre il pellegrinaggio formalizzato al sito non fa parte della pratica islamica, il Monte Jabal al-Nur rimane una destinazione profondamente sacra per la riflessione personale, visitata da coloro che cercano una connessione spirituale con le origini della loro fede.

Il significato storico del Monte Jabal al-Nur

Molto prima del primo incontro del profeta Maometto con la rivelazione divina, il monte era un luogo di ritiro e meditazione. Maometto, disilluso dalla società meccana, spesso cercava conforto nella grotta di Hira ( Ghar Hira ) della montagna. Qui, trascorreva giornate in contemplazione e preghiera, riflettendo sulla natura dell’esistenza e del divino.

Fu durante uno di questi ritiri solitari, nel mese del Ramadan, che Maometto visse un evento che gli cambiò la vita. L’angelo Jibreel gli apparve e gli comandò di “Leggere!” ( Iqra ), dando inizio a una serie di rivelazioni che sarebbero diventate il Corano. Sopraffatto dall’incontro, Maometto scese dalla montagna, cambiato per sempre da questo momento cruciale della storia.

Questa esperienza trasformativa stabilì il ruolo di Maometto come Messaggero di Allah e definì il Monte Jabal al-Nur come un luogo sacro intimamente legato alle origini dell’Islam.

Un pellegrinaggio personale

A differenza dell’Hajj o dell’Umrah, visitare il Monte Jabal al-Nur non è un atto di culto formalizzato o obbligatorio nell’Islam. Tuttavia, per molti musulmani, compiere la ripida salita verso la Grotta di Hira è un pellegrinaggio personale, un atto ispirato dal viaggio spirituale del Profeta.

Scalare il monte Hira è un’impresa fisicamente impegnativa. La montagna si eleva per oltre 600 metri (circa 2.000 piedi) e il sentiero per la grotta è roccioso e ripido. Per coloro che intraprendono la scalata, il viaggio stesso diventa una forma di esercizio spirituale, che rispecchia l’impegno del Profeta nel cercare la solitudine e la comunione con Allah.

La grotta, sebbene modesta e piccola, ha un immenso potere simbolico. I visitatori spesso trascorrono del tempo al suo interno in silenziosa riflessione, recitando preghiere o semplicemente assorbendo il profondo legame con la storia islamica. Per molti, questo atto di ripercorrere le orme del Profeta promuove un senso di umiltà e rinnovamento, approfondendo la loro fede e consapevolezza spirituale.

 

Are there any pilgrimages in Islam?

Pellegrinaggio e rinnovamento spirituale

Sebbene potrebbe essere inesatto equiparare il viaggio al Monte al pellegrinaggio come strutturato nella tradizione islamica, il sito incarna diversi aspetti associati ai viaggi spirituali. Il pellegrinaggio, nel suo senso più ampio, spesso implica un viaggio fisico e mentale verso un luogo di importanza spirituale. La salita al Jabal al-Nur riecheggia questo concetto: è un viaggio di sforzo, introspezione e connessione con il sacro.

Il viaggio verso il Monte è un’esperienza che intreccia dimensioni fisiche, storiche e spirituali. La salita richiede perseveranza, evocando le sfide affrontate dal Profeta e sottolineando l’importanza della dedizione nella crescita spirituale.

Arrivando alla grotta dove iniziarono le rivelazioni del Corano, i visitatori sono avvolti da un senso di connessione storica, trovandosi nel luogo stesso che segna l’inizio dell’Islam. La solitudine della montagna arricchisce ulteriormente l’esperienza, offrendo uno spazio per disconnettersi dalle distrazioni del mondo e concentrarsi profondamente sul rapporto con Allah.

In questo senso, la visita al Monte Jabal al-Nur si trasforma in un atto di devozione profondamente personale, che risuona con l’anelito umano universale di significato spirituale e di rinnovamento.

Il monte Jabal al-Nur e il più ampio pellegrinaggio alla Mecca

Per coloro che visitano la Mecca durante l’Hajj o l’Umrah, il monte Hira spesso funge da esperienza complementare ai riti formali del pellegrinaggio. Sebbene non faccia parte dei rituali prescritti, la vicinanza della montagna alla Mecca la rende una destinazione accessibile per coloro che cercano ulteriori momenti di riflessione.

Il monte Jabal al-Nur si contrappone ai rituali strutturati della Kaaba e della Grande Moschea, offrendo un’esperienza più solitaria e contemplativa. Per molti pellegrini, offre l’opportunità di entrare nel mondo del Profeta, immaginando la quieta solitudine delle sue meditazioni e il peso del suo primo incontro con Jibreel.

L’eredità del Jabal al-Nur

Il monte continua a ispirare i musulmani di tutto il mondo, non come luogo di pellegrinaggio formale, ma come sito di profonda risonanza storica e spirituale. Il suo paesaggio aspro e la semplicità dimessa della grotta evocano gli umili inizi dell’Islam e la profonda trasformazione che lì ebbe inizio.

La montagna ricorda ai visitatori l’importanza di cercare momenti di riflessione tranquilli in un mondo frenetico, proprio come fece il profeta Maometto secoli fa. Serve anche come testimonianza del potere duraturo della fede, un luogo in cui i credenti possono connettersi con le origini della loro tradizione e rinnovare il loro impegno per la crescita spirituale.

Per coloro che ne scalano i pendii, il monte Jabal al-Nur è un esercizio spirituale, un atto di devozione e un collegamento con il cammino del Profeta. In un certo senso, funge da pellegrinaggio personale, un viaggio sacro verso il luogo in cui è iniziata la storia dell’Islam.

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